Inizialmente nota con il nome di fabbrica Progetto 940, la Giulietta era stata precedentemente denominata pubblicamente col nome di Milano. Tale nome è stato successivamente sostituito già sul finire del 2009, durante la pubblicazione delle foto ufficiali distribuite alla stampa. Tale cambio di nome venne indicato come una direttiva dell'ultimo minuto atta ad evitare eventuali attriti in un momento di chiusura dello storico stabilimento Alfa Romeo di Arese e del suo Centro Stile (con conseguente inglobamento presso il Centro Stile Fiat a Torino); inoltre si è così voluto celebrare con il nome Giulietta l'auto che in pratica ha il compito di festeggiare il centenario di Alfa Romeo, riproponendo un nome storico dell'automobilismo italiano (il nome Giulietta era già stato utilizzato in passato dalla casa per identificare altre due autovetture, rispettivamente la Giulietta del 1955 e la Giulietta del 1977). Il 2 dicembre 2009 sono state diffuse le foto ufficiali, ed è stato aperto il sito web ufficiale dell'auto. La presentazione è avvenuta al salone dell'automobile di Ginevra nel marzo 2010.[3]
La Giulietta è una berlina a due volumi (come la precedente 147, di cui è la sostituta).[4] Viene realizzata sul nuovo telaio di base denominato Compact[5][6] con motore in posizione trasversale. La piattaforma Compact si è dimostrata estremamente sicura durante i crash test Euro NCAP a cui è stata sottoposta la Giulietta nel maggio 2010:[7] la vettura ha ottenuto il punteggio massimo di 5 stelle, ed ottimi rating specifici, risultando la segmento C più sicura di sempre.[8][9] Il 27 gennaio 2011 la stessa Euro NCAP ha premiato la Giulietta come una delle 5 auto più sicure del 2010, in particolare come vettura più sicura nella categoria Small Family.[10][11]
La trazione è anteriore, e le sospensioni all'avantreno configurate secondo lo schema a ruote indipendenti con montante telescopico in alluminio tipo MacPherson, mentre al retrotreno è presente uno schema a ruote indipendenti del tipo Multilink a tre bracci in alluminio con barra stabilizzatrice. Un'altra novità consiste nel servosterzo elettrico dual pinion: il motore elettrico che realizza la servoassistenza non agisce sull'asse di sterzo, ma è ingranato direttamente sulla cremagliera, permettendo di coniugare il basso assorbimento di energia (tipico dello sterzo elettrico) con la precisione di quello idraulico, perché elimina la sensazione artificiale e l'impressione di "scarsa fedeltà" delle precedenti versioni di questo tipo di servocomando.
Su tutte le versioni è previsto, di serie, il sistema di controllo Alfa Romeo VDC con funzione di differenziale a slittamento limitato E-Q2 ("Electronic Q2"), senza il differenziale di tipo meccanico Torsen. Il sistema sfrutta i sensori dell'impianto frenante per realizzare un comportamento molto simile a quello di un differenziale a slittamento limitato. In condizioni di accelerazione in curva, quando la ruota interna (più scarica) tende a pattinare, l'impianto frenante anteriore agisce su quest'ultima, incrementando così la coppia inviata alla ruota esterna (più caricata), evitando il sottosterzo e aumentando la trazione. Il sistema ripartisce la coppia tra le ruote motrici in modo dinamico e continuo a seconda delle condizioni di guida e del fondo stradale. In caso di condizioni di aderenza differenti sulle due ruote motrici, l'E-Q2 frena la ruota che tende a pattinare e permette di inviare la coppia motrice alla ruota che ha aderenza maggiore consentendo al veicolo di mantenere la motricità.
Motorizzazioni [modifica]
Le motorizzazioni sono le seguenti:Modello | Disponibilità | Motore | Cilindrata | Potenza | Coppia Massima | Emissioni CO2 (g/km) | 0–100 km/h (secondi) | Velocità max (km/h) | Consumo medio (km/l) |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
1.4 Turbo 16V 105 | dal 2012 | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.368 cm³ | 77 kW (105 CV) a 5.000 giri/min | 206 N·m a 1.750 giri/min | 149 | 10,6 | 185 | 15,6 |
1.4 Turbo 16V 120 | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.368 cm³ | 88 kW (120 CV) a 5.000 giri/min | 206 N·m a 1.750 giri/min | 149 | 9,4 | 195 | 15,6 |
1.4 Turbo 16V 120 | dal 2012 | 4 cilindri in linea, Benzina/GPL | 1.368 cm³ | 88 kW (120 CV) a 5.000 giri/min | 206 N·m a 1.750 giri/min | 149 134(GPL) | 10,3 | 195 | 15,6-12,01(GPL) |
1.4 MultiAir Turbo 16V 170 | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.368 cm³ | 126 kW (170 CV) a 5.500 giri/min | 250 N·m a 2.500 giri/min | 134 | 7,8 | 218 | 17,2 |
1.4 MultiAir Turbo 16V 170 TCT (cambio a doppia frizione) | da giugno 2011 | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.368 cm³ | 126 kW (170 CV) a 5.500 giri/min | 250 N·m a 2.500 giri/min | 121 | 7,7 | 218 | 19,2 |
1750 TBi 16V 235 | dal debutto | 4 cilindri in linea, Benzina | 1.742 cm³ | 175 kW (235 CV) a 5.500 giri/min | 340 N·m a 1.900 giri/min | 177 | 6,8 | 242 | 13,2 |
1.6 JTDm 16V 105 | dal debutto | 4 cilindri in linea, Diesel | 1.598 cm³ | 77 kW (105 CV) a 4.000 giri/min | 320 N·m a 1.750 giri/min | 114 | 11,3 | 185 | 22,7 |
2.0 JTDm 16V 140 | da ottobre 2010 | 4 cilindri in linea, Diesel | 1.956 cm³ | 103 kW (140 CV) a 3.750 giri/min | 350 N·m a 1.500 giri/min | 119 | 9,0 | 205 | 22,2 |
2.0 JTDm 16V 170 | dal debutto | 4 cilindri in linea, Diesel | 1.956 cm³ | 125 kW (170 CV) a 4.000 giri/min | 350 N·m a 1.750 giri/min | 124 | 8,0 | 218 | 21,3 |
2.0 JTDm 16V 170 TCT (cambio a doppia frizione) | da giugno 2011 | 4 cilindri in linea, Diesel | 1.956 cm³ | 125 kW (170 CV) a 4.000 giri/min | 350 N·m a 1.750 giri/min | 119 | 7,9 | 218 | 22,2 |
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